Il leader di Panama va da Silvio vacanza italiana con regìa di Lavitola

Ricardo Martinelli e alcuni suoi ministri nel nostro Paese in agosto, quando uscì la notizia dell’inchiesta. L’episodio potrebbe interessare i pm intenzionati a far luce sugli appalti di Finmeccanica di CONCHITA SANNINO

NAPOLI – L’affare Panama si arricchisce di un interessante tassello. Che potrebbe aprire presto un filone di approfondimento per i magistrati della Procura di Napoli. Spunta infatti il mistero di un incontro riservato tra Silvio Berlusconi e il presidente della Repubblica di Panama, Ricardo Martinelli, proprio nell’estate di fuoco – tra il 19 e il 25 agosto – che svelerà la notizia dell’inchiesta sul premier tenuto sotto ricatto da Valter Lavitola e dai coniugi Tarantini.

Ricapitoliamo. È già noto il formidabile ruolo svolto da Lavitola come mediatore “a tutto tondo”, politico e imprenditoriale, tra il governo di Roma e lo Stato del Centro America. È acquisito che Panama dispensi appalti e business alle società italiane. In particolare, alle imprese di Finmeccanica che ha ottenuto appalti per circa 230 milioni di dollari (oltre 160 milioni di euro) nel settore sicurezza. Una delle contropartite ottenute dallo Stato del Centro America è stata la donazione di ben sei pattugliatori in forza alla nostra Guardia costiera.

Dopo il video che ritrae Lavitola mentre scende dall’aereo presidenziale con Berlusconi durante una visita ufficiale del premier a Panama, ecco un retroscena più recente: la vacanza privata che vede insieme il presidente panamense con alcuni suoi ministri e il Cavaliere, e che sarebbe stata organizzata sulle splendide coste italiane proprio da Lavitola. A spese di chi?

Guarda caso, avviene tutto a ridosso della fuga di notizie sull’inchiesta napoletana dei pm Piscitelli, Woodcock e Curcio. L’istruttoria che legherà in un unico racconto lo scandalo sulle escort di Bari e il fiume di denaro in nero successivamente versato al trio Lavitola-Gianpi-Nicla.

Le date, in questo affare Panama, sono importanti. È il 20 agosto quando il giornale on line panamense, Prensa. com, pubblica la notizia di un “sorprendente viaggio” di Martinelli in Italia. L’entourage di Martinelli non intende fornire “dettagli”, si legge infatti nel servizio dal titolo “Sorpresivo viaje presidencial” (Sorprendente viaggio presidenziale): “Los intentos por contactar al vicepresidente de la República y al ministro de la Presidencia para conocer detalles sobre el viaje no anunciado resultaron infructuosos”, infruttuosi i tentativi di conoscere dettagli sul viaggio non preventivato.

Appena quattro giorni dopo, fioccano le anticipazioni di Panorama sull’inchiesta che vede Berlusconi parte lesa in un’estorsione che sarà quantificata in quasi un milione di euro. E nello stesso giorno, ancora il 24 agosto, Lavitola e Berlusconi si risentiranno al telefono, sempre su due schede sim panamensi: è il colloquio in cui il premier consiglia al quasi-latitante Lavitola: “Resta dove sei. Vi scagionerò tutti”.

A rivelare quella improvvisa trasferta di Martinelli è un avvocato esperto di cause internazionali, Alexandro Tirelli, da anni impegnato in una storia apparentemente slegata dal nodo dell’amicizia tra Berlusconi, Lavitola e il governo panamense.

Tirelli è infatti difensore di una famiglia italo-panamense in attesa di giustizia, quella di Hugo Spadafora, assassinato dopo le sue battaglie contro l’ex dittatore del Panama, Manuel Antonio Noriega. Il pm di Roma Luca Tescaroli ha già inoltrato la richiesta di autorizzazione a procedere contro Noriega (ormai 70enne, e in libertà condizionale a Parigi). Manca solo la firma del ministro della Giustizia. L’avvocato Tirelli ha chiesto da due mesi, al Guardasigilli Nitto Palma, di avviare il rinnovamento del giudizio contro Noriega, già condannato in patria a 20 anni come mandante dell’omicidio, ma ormai in attesa di estradizione da Parigi verso la “sua” Panama.

Sottolinea l’avvocato degli Spadafora: “Siamo rimasti stupiti che del viaggio di Martinelli in Italia non ci fosse cenno su alcun giornale italiano. Non sappiamo se i vertici panamensi siano stati in Sardegna o in altre amene località di vacanza. Ciò che ci preoccupa è che l’Italia, pur avendo un’amicizia così stretta con Panama, non si sia ancora impegnata per l’estradizione di Noriega accusato di un omicidio di un cittadino italiano, com’era Hugo Spadafora, noto come il Che Guevara italiano”.

A Repubblica, la famiglia Spadafora chiede di intervenire prima che Noriega rientri a Panama dove da più parti si dice che Martinelli ha già in serbo per lui la concessione della “grazia”. “Vogliamo che l’Italia difenda l’onore di un uomo che si era battuto contro le dittature”, dicono i fratelli Guido e Carmenza. Un mistero di più nell’intreccio di denaro e potere che va sotto il nome di Panama.

Fonte: Repubblica.it